PRIMA TAPPA - LO SQUALE MASTER
1 - Registrazione del marchio “Squale-Master”
Charles Von Büren, dopo aver lavorato nel corso degli anni ’50 allo studio e realizzazione di casse in grado di resistere ad elevate pressioni per diversi Marchi noti dell’epoca, nel 1959 registrò a Neuchâtel sia il Marchio Squale – dando così il via ufficialmente alla nostra storia – che altri due loghi, ovvero lo Squale-Master ed il Super-Squale.
L’idea di Von Büren era quella di creare delle linee dedicate di prodotti (il Master ed il Super per l’appunto) che andassero per la propria strada, con caratteristiche diverse ed adatte ad un pubblico con specifiche necessità.
Il Super-Squale era un orologio subacqueo più semplice, con caratteristiche tecniche di base (20-30 ATM di resistenza alla pressione) mentre lo Squale-Master si posizionava come il prodotto con caratteristiche tecniche all’avanguardia, in grado di resistere alle profondità più estreme.

2 - Il primo Squale Master
Siamo agli inizi degli anni ’60, ovvero un periodo storico molto importante per la subacquea, quando l’orologio non era solamente un accessorio ma un vero e proprio strumento che permetteva di fare immersioni in totale sicurezza. Le immersioni erano preparate attraverso le tabelle ed i tempi per la risalita venivano calcolati esclusivamente con l’ausilio di orologio e profondimetro. Inoltre, erano gli anni d’oro dell’apnea, in cui l’apnea era uno sport seguito in tutto il mondo ed Enzo Maiorca e Jacques Mayol si sfidavano a raggiungere profondità sempre più elevate.
Charles Von Büren voleva prendere parte a questa sfida ma in maniera diversa, ovvero con la realizzazione di un orologio eccezionale a livello tecnico e di facile utilizzo, in grado di raggiungere qualsiasi profondità.
In questo contesto nasce la linea Squale-Master con l’obiettivo di raggiungere i 100 Atm di resistenza alla pressione.
I primi esemplari di Squale Master riportavano il marchio esattamente come era stato registrato, ovvero con la scritta Master esattamente sotto il logo “Squale” ad ore 12 ed erano dotati di una corona che, al contrario di come la conosciamo oggi, era posizionata ad ore tre in quanto posizione comune negli orologi dell’epoca.

Le caratteristiche principali del primo Squale Master sono tutt’oggi considerate all’avanguardia per gli orologi subacquei ed erano delle novità su un segnatempo in quell’epoca: la corona ed il fondello a vite. Il sistema di avvitamento della corona e del fondello garantiva infatti un’impermeabilità superiore rispetto al più tradizionale sistema a pressione, utilizzato su quasi tutti gli altri orologi.
Una seconda caratteristica, che invece è cambiata nel corso degli anni, era la lunetta. Le lunette dei primi Squale Master, infatti, erano bi-direzionali e senza nessuna frizione all’interno. L’inserto ghiera era realizzato in bakelite, materiale scalfibile ma allo stesso tempo resistente.

Per quanto riguarda invece il vetro, quelli dei primi Squale Master avevano una costruzione estremamente sofisticata: realizzato in plexiglass, il vetro era armato e bombato. L’utilizzo del plexiglass non deve destare stupore in quanto materiale estremamente comune negli orologi dell’epoca. La bombatura non era una scelta esclusivamente estetica ma permetteva una miglior distribuzione della pressione su tutto il vetro, permettendo così di ottenere una resistenza superiore.
La struttura “armata” era la caratteristica più importante: funzionava ad “incastro” nella cassa e, grazie ad una guarnizione in gomma, veniva sigillata da sopra con il posizionamento di una ghiera a vite e poi della lunetta completando l’impermeabilità totale dell’orologio.
Si è poi passati all’utilizzo di vetri minerale, materiale altamente più resistente. Non fu un passaggio semplice in quanto, per garantire la stessa resistenza alla pressione, si dovette aumentare lo spessore della cassa. Solo dopo alcuni studi, cambiando la costruzione della cassa, si è riusciti a ridimensionare lo spessore.

Anche il quadrante non è da tralasciare: nel corso degli anni sono state realizzate tantissime versioni diverse dello Squale Master che oggi sarebbero impossibili da recuperare, in quanto il lavoro di Von Büren era esattamente quello di sperimentare in continuazione con l’obiettivo di ricercare continuamente il progresso. I modelli Squale Master degli anni ’60 avevano però una caratteristica, poi scomparsa nel corso degli anni che val la pena citare: la luminescenza data dall’utilizzo del Trizio.
Tutti i modelli infatti erano dotati di indici applicati con materiale luminescente, che permetteva di avere la maggior visibilità possibile sott’acqua dove è estremamente buio ed in quegli anni il trizio era il materiale più comune per gli orologi.

3 - I primi test: La Maison du Plongée a Neuchâtel
Con il passare degli anni, diventava sempre più importante testare i propri segnatempo per capire l’effettiva affidabilità durante le immersioni e ovviamente le macchine che utilizziamo oggi non esistevano ancora. Von Büren, insieme ad altri marchi che avevano la stessa necessità, decise di fondare a Neuchâtel la “Maison du Plongée”, un centro subacqueo (che ancora oggi esiste) dove gli amanti delle immersioni potevano immergersi con gli orologi e testarne diversi parametri, tra cui l’effettiva resistenza all’acqua e/o alla pressione, la leggibilità e l’usura. Siamo nel 1968 e Von Büren non era solo un promotore di questo progetto ma fu una persona chiave in quanto, per diversi anni, ricoprì il ruolo di presidente del centro.
3 - I primi test: La Maison du Plongée a Neuchâtel
Con il passare degli anni, diventava sempre più importante testare i propri segnatempo per capire l’effettiva affidabilità durante le immersioni e ovviamente le macchine che utilizziamo oggi non esistevano ancora. Von Büren, insieme ad altri marchi che avevano la stessa necessità, decise di fondare a Neuchâtel la “Maison du Plongée”, un centro subacqueo (che ancora oggi esiste) dove gli amanti delle immersioni potevano immergersi con gli orologi e testarne diversi parametri, tra cui l’effettiva resistenza all’acqua e/o alla pressione, la leggibilità e l’usura. Siamo nel 1968 e Von Büren non era solo un promotore di questo progetto ma fu una persona chiave in quanto, per diversi anni, ricoprì il ruolo di presidente del centro.
4 - Il momento della svolta: La corona si sposta ad ore quattro
L’approccio estremamente concreto al lavoro di Charles Von Büren fece sì che la passione si trasformò in una vera e propria ricerca verso la perfezione. Ben presto si rese conto che la corona, posizionata ad ore tre, poteva dare fastidio sottacqua: da qui la decisione di spostarla ad ore quattro.
Non si limitò esclusivamente a cambiarne la posizione ma introdusse anche un’altra novità: il “proteggi corona”.
Il più grande rischio che si corre sott’acqua riguarda la possibilità che la corona subisca urti accidentali e si sviti, permettendo all’acqua di entrare e di danneggiare il movimento molto spesso in modo irrimediabile. Con la forma della cassa squadrata sul lato ad ore tre, la corona risulta “protetta” limitando così la possibilità di essere sottoposta ad urti.
Nasce così la “Cassa Von Büren”, ancora oggi riconosciuta da tutti come design iconico di Squale.

5 - Le altre innovazioni degli anni ‘70
Nel corso degli anni ’70 poi, Von Büren introdusse molteplici cambiamenti sullo Squale Master. Uno tra tanti, che ancora oggi è considerato un elemento chiave per i segnatempo “subacquei”, è la lunetta mono-direzionale.

Questa lunetta, che differisce da quella bi-direzionale in quanto dotata di una molla che le permette di ruotare in un’unica direzione e garantisce al subacqueo di non ruotare accidentalmente in senso orario la lunetta stessa; rotazione che lo metterebbe in seria difficoltà in quanto falserebbe i tempi, lasciandolo in immersione più a lungo di quanta sia l’autonomia di ossigeno presente nelle bombole.
Un’altra novità riguarda il passaggio all’utilizzo del vetro zaffiro piatto, che permetteva di ottenere la stessa resistenza alla pressione ma con un prodotto molto più resistente ad urti e graffi.

Sempre in questi anni, il marchio Squale Master sul quadrante scompare e rimane solo “Squale”. Sono tantissimi i modelli che vennero realizzati in quell’epoca e che riportavano la scritta Master solo sul fondello.
L’idea di fare una linea così chiamata lascia spazio alla volontà di dare piu’ importanza al marchio che stava diventando sempre più il punto di riferimento per l’orologeria subacquea in tutto il mondo: Squale.
La scritta “Master” sarà quindi riportata solo sul fondello fino a quando non sparirà del tutto lasciando spazio a nuovi modelli, ispirati sempre allo Squale Master ma con caratteristiche tecniche diverse.

6 - I più recenti modelli Master
Negli ultimi anni, il modello Master non ha piu’ fatto parte della collezione di Squale ma sono stati realizzati alcuni orologi in tiratura limitata.
Nel 2013 è stato realizzato il Master in tiratura limitata dotato di un movimento con riserva di carica.
Nel 2015, in collaborazione con un rivenditore inglese sono stati realizzati tre modelli con lunette NOS degli anni ’60.
Nel 2022, Squale rilancia quello che fu uno dei modelli più iconici di Von Buren. Lo fa realizzando il Master Marina Militare, un orologio con la cassa in acciaio resistente fino a 120 Atm realizzato in collaborazione con la Marina Militare Italiana in tiratura limitata di soli 300 esemplari.
Nel 2023, viene presentato un secondo modello Master, sempre in tiratura limitata e dedicato ai Palombari del Comsubin, corpo d’élite della Marina Militare Italiana. In questo caso, l’orologio si differenziava dal precedente in quanto realizzato in titanio grado 5, materiale estremamente leggero e resistente anche in modo superiore all’acciaio.

La storia del modello Master continua anche nel 2024. Il 21 marzo sarà presentato il prossimo modello destinato a rimanere in collezione.


7 - 2024: Il nuovo modello Squale Master
La storia dello Squale Master continua e nel 2024 viene presentato un nuovo modello destinato a rimanere in collezione.
Come i suoi predecessori, anche il nuovo Squale Master, realizzato interamente in titanio grado 5, sia cassa che bracciale, è un modello con caratteristiche tecniche eccezionali, grazie alla sua resistenza alla pressione di 120 atmosfere garantita dalla presenza di valvola per il rilascio dell’elio ed un vetro in zaffiro avente 4mm di spessore.
SCOPRI TUTTE LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL NUOVO SQUALE MASTER
